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  • marghepog

Viaggio verso la felicità


Insieme per me è sinonimo di felicità.

E se l’insieme avviene in viaggio la felicità diventa esponenziale.

Non importa che sia reale o immaginario, dentro o fuori di me, progettuale o sostanziale, professionale o puramente ludico.

Viaggio con la famiglia, viaggio con vecchi e nuovi clienti, viaggio verso mete geografiche o viaggio verso ambienti ancora da inventare.

Purché sia viaggio.

Viaggio… Sentite come rotola sulla lingua con il suo suono tondo? Solo la parola mi entusiasma, ne sento il profumo.

Adoro organizzare viaggi di qualsiasi tipo e condividere questa passione. Ecco perché d'ora in poi vi racconterò qualche pillola di angoli noti e meno noti che ho “scoperto” rifuggendo le classiche guide ma seguendo l'accoglienza, in primis del passaparola, di chi vive quei luoghi e apre le porte a noi, viaggiatori viaggianti.

Oggi è la giornata della felicità che in questo momento trova nella mia recente memoria la sua sintesi in una foto di quest’estate: una laguna con tutte le sfumature del verde e del blu, di acqua calda e dolce. Una piscina lunga decine di km in cui perdersi accarezzati da un tepore appagante con lo sguardo colmo di naturale stupore.

E' la laguna di Bacalar, nel profondo Yucatan, paradiso in terra formato da diversi cenotes che si stemperano in argilla bianca, regalando al fortunato viaggiatore il candore delle spiagge caraibiche con i suoi sette colori puntellati però da alberi rigogliosi che si specchiano sulle più antiche formazioni sulla terra: gli stromatoliti, che vantano 3,5 miliardi di anni. Incredibili ma veri. Talmente veri che ci si può nuotare intorno insieme a buffi pesci d’acqua dolce.

Esperienze pure, come perdersi nella giungla della riserva della biosfera di Kalakmul, oggi la più ricca e suggestiva zona archeologica Maya al mondo, ma anche la più grande riserva ecologica tropicale di tutto il Messico, nonché il secondo polmone verde del continente.

Piramidi altissime si alternano con costruzioni impreziosite da fregi colorati. Scimmie curiose ballano sulle liane sopra le teste dei visitatori, ocelot sbucano dalla foresta inseguendo tapiri.

Al termine delle strade sterrate la frutta tropicale colora il tracciato e la barriera corallina di Mahahual descritta da Cacucci diventa reale.

Mete affascinanti, ancora poco frequentate, ricordano la riviera Maya e il Guatemala trent’anni fa, quando l’esplorazione era contemplata nel menu di viaggio e lo stupore era un bagaglio che tornava a casa con noi.

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